Revista de Ciencias Humanas y Sociales. FEC-LUZ
cognitive, consolidano sempre più nuovi ed efficaci ambiti comunicativi.
L’opera d’arte, intesa come unicum, attraverso linguaggi molteplici, dal
segno, alla pittura, alla fotografia, alla scultura, alle installazioni, alle
performance, ai video, alle contaminazioni digitali, riflette sempre e
comunque la valenza ad essa assegnata dall’artista che la genera e dalla
società che la riconosce come tale, accogliendola, pur attraverso una
analisi critica, consacrandola al suo stesso ruolo.
La comunicazione pubblicitaria per immagini, attraverso
strumenti e mezzi ormai tecnologicamente avanzati che irrompe nella
nostra quotidianità, dalla televisione, dai cellulari, dai monitor dei nostri
pc, da megaschermi collocati in strategici siti urbani, risponde alla
necessità di imporsi, in una corsa estenuante, con prodotti il cui
affermarsi crea mercato, economia, lavoro. La società inevitabilmente la
recepisce, la subisce, generando a sua volta nuovi orientamenti.
La comunicazione informativa ha inventato mappe, simboli, loghi,
app, emoticons visibili nei display dei tablet, degli smartphone tascabili o
da polso che, percepiti dalla collettività, regolano e trasmettono
rapidamente informazioni utili agli utenti. La società dei nativi digitali,
degli internauti ma anche quella degli immigrati o tardivi digitali, ha
accolto le nuove simbologie sostituendole ad espressioni, stati d’animo,
affermazioni e negazioni, riducendo di fatto la propria capacità dialettica
a favore di una frenetica attività comunicativa che assolve
nell’immediatezza la sua efficacia.
La comunicazione a favore dell’intrattenimento nei video giochi,
leciti o vietati, nelle saghe televisive, cinematografiche, sulle piattaforme
social, ci proietta in mondi paralleli, lontani ed irreali abitati da mutanti
che superano dogmi, annientando i limiti dello spazio e del tempo.
Frequentati con assiduità e morbosa attenzione da intere generazioni,
trasportate da entusiasmi ed ossessioni, che si allontanò da se stessi ancor
prima che dagli altri, in un isolamento diffuso che proietta la società
verso oscure derive.
Preoccupa l’assuefazione, la disponibilità smisurata del tutto e
subito, offerto magistralmente da patinate ed accattivanti o al contrario
mostruose e raccapriccianti tentazioni. Ci si limita, inconsapevolmente,
nel dialogo, nella riflessione, nel pensiero, nella pausa. Si riduce
l’immaginazione, annientando l’io intimo, privato limitando la capacità di
crescere per strutturarsi consapevolmente come individuo libero nella
sua autenticità per una società che va necessariamente rinsaldata,
ricostruita. Immagini. Eppure, si tratta di immagini. Punti, linee,